
Una Vita per la Missione
Tra stragi e colloqui di pace
02.06.2014 12:54Sud Sudan

“Da quanto abbiamo appreso si è trattato di un incidente, avvenuto domenica, che ha coinvolto profughi tra cui donne e bambini” dicono alla MISNA fonti contattate a Juba, secondo cui, “al momento non risultano superstiti”. Finora, in base alle stime delle Nazioni Unite, il numero di sfollati causati dalla crisi politico- militare in atto nel paese da circa un mese, ha superato la soglia delle 350.000 persone.
Sul protrarsi delle violenze e delle sofferenze causate alla popolazione, un duro monito arriva dall’Arcivescovo ausiliario di Juba, monsignor Santo Loku Pio che ha accusato la locale missione di peacekeeping dell’Onu (Unmiss) di aver “fallito nel proteggere i civili”. In un’intervista all’emittente Radio Bakhita, il religioso ha dichiarato che Unmiss “ha deciso di proteggere unicamente il proprio personale, anche trasferendolo all’estero” e “abbandonato i civili nelle mani della Chiesa e delle persone di buona volontà”. Dall’inizio della crisi sono migliaia le persone che si sono rifugiate nella cattedrale di Juba e che necessitano di aiuti e cibo.
Intanto da Addis Abeba – dove sono in corso i colloqui per cercare una via d’uscita alla crisi – giunge la notizia che il negoziato si è spostato dalla sala dell’hotel Sheraton ad un noto nightclub della capitale etiope. I delegati sono stati costretti a trasferirsi in seguito alla scadenza della prenotazione

Da oltre una settimana, il nodo per un accordo di cessate-il-fuoco verte sulla questione del rilascio di 11 prigionieri vicini all’ex vicepresidente Riek Machar. Il Sud Sudan, indipendente dal luglio 2011, è teatro dal 15 dicembre di violenti combattimenti tra le forze governative fedeli al presidente Salva Kiir e quelle dei rivoltosi seguaci di Machar, accusato dal governo di aver tentato un colpo di Stato.
—————