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L'ANNIVERSARIO DELLA STRAGE DI CASTEL VOLTURNO, IL PM SIRIGNANO: LA RINASCITA PASSA PER IL RISPETTO DELLE LEGGI

25.09.2014 21:32

"La rinascita di Castel Volturno passa soprattutto per il rispetto delle leggi da parte di cittadini residenti ed immigrati". Nel giorno in cui a Castel Volturno, in provincia di Caserta, al chilometro 43 della Statale Domiziana, si commemorano le sei vittime africane trucidate la sera di sei anni fa dal killer del clan dei Casalesi Giuseppe Setola e dai suoi sicari, non è un politico ad indicare la ricetta per salvare il litorale, ma il sostituto procuratore della DDA di Napoli Cesare Sirignano, pm del processo per la strage conclusosi in Cassazione nel gennaio scorso con quattro ergastoli ed una condanna a 23 anni.

"Agli immigrati - ha aggiunto il pm antimafia di Napoli - dico di isolare i delinquenti, agli italiani di non protestare contro l'illegalità se poi sono loro i primi ad alimentare questo circuito affittando senza contratto le proprie ville a tanti stranieri che vivono in un degrado assoluto".

Assenti, alla cerimonia organizzata dal Centro Sociale Ex Canapificio, sede del Movimento dei Migranti e dei Rifugiati di Caserta, parlamentari e altri esponenti politici, assenti anche i sindacati; con Sirignano sono presenti solo i rappresentanti delle istituzioni territoriali e di governo: c'è il prefetto di Caserta Carmela Pagano, il sindaco della cittadina domiziana Dimitri Russo insieme al presidente del consiglio comunale di Casal di Principe Amedeo Capasso in rappresentanza del sindaco Renato Natale; c'è il questore Giuseppe Gualtieri, il quale spiega "solo una piccolissima percentuale degli immigrati che vive a Castel Volturno è dedita ad attività illecite".

Ci sono, alla cerimonia, gli alunni dell'Isis di Castel Volturno, che presto potrebbe essere intitolata a Joseph Ayimbora, testimone sopravvissuto alla strage ma morto qualche anno dopo.

A loro si rivolge, Cesare Sirignano, quando dice che "anche da voi deve partire il riscatto di questa terra. Controllate che i fondi che qui arrivano siano davvero usati per creare lavoro e opere pubbliche, e protestate se doveste accorgervi che i soldi finiscono nelle tasche dei politici e dei camorristi come è accaduto per anni".

E ci sono chiaramente tanti immigrati, i veri protagonisti della giornata, che potrebbe essere istituzionalizzata diventando "Giornata della Memoria".

Mamadou Kwasi, immigrato della Costa d'Avorio che da anni lavora a fianco dei tanti stranieri che vivono a Castel Volturno, dice che "viviamo nel degrado e senza diritti eppure ma ogni mattina facciamo tanti sacrifici per trovare un lavoro onesto per la sopravvivenza nostra e delle nostre famiglie". La responsabile del Centro Ex Canapificio Mimma D'Amico denuncia "il malcontento degli immigrati per i continui controlli cui sono sottoposti nelle loro abitazioni, fittate in nero dagli italiani; spesso inoltre - prosegue - molte immigrate vengono perquisite da agenti maschi delle forze dell'ordine che cercano la droga". "La legge è uguale per tutti - dice - e va applicata allo stesso modo a tutti".

Il questore Gualtieri rassicura che nessun  "comportamento illecito si è mai verificato e se è accaduto qualcosa di spiacevole è stato per l'urgenza di agire ma capita anche se ci sono di mezzo italiani".

Per Mariarita Cardillo del Centro "le risposte sul fronte delle politiche sociali, specie dopo i fatti accaduti a Pescopagano, stanno arrivando, la strada è quella giusta".

 

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