
Una Vita per la Missione
Commento al Vangelo, Martedi 1 Ottobre 2013
20.10.2015 12:32Lc 9,51-56
Prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme.
+ Dal Vangelo secondo Luca
Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme e mandò messaggeri davanti a sé.
Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l’ingresso. Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme. Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Si voltò e li rimproverò. E si misero in cammino verso un altro villaggio.
Parola del Signore
Ci sono momenti nella vita di una persona in cui, anche se non si ha la chiarezza e la certezza necessaria della bontà di una cosa, si prendono delle decisioni importanti. Decisioni a volte non sempre condivise da chi ci sta accanto, ma pur sempre necessarie e importanti. A volte, sembra quasi un voler sfidare il futuro e soprattutto se stessi e le proprie capacità. Un pò di tutto questo deve averlo sperimentato il Signore Gesù, quando con una buona dose di determinazione, decise di andare verso Gerusalemme. Lui sapeva infatti che era certamente la scelta più dura e più difficile della sua vita. Ma, allo stesso tempo, sapeva anche che se non avesse fatta quella scelta, avrebbe compromesso tutto quello che Dio, suo Padre, aveva preparato per l’umanità. E’ una salita a Gerusalemme, quasi a ridirci e a farci cogliere la difficoltà del momento. Gesù decide e la reazione di alcuni è quella di non riceverlo nel loro territorio. Chi sono questi che non lo ricevono?. Il testo del vangelo è chiaro, sono dei Samaritani. Gente, cosi come ci viene descritta nei vangeli, in combutta con i giudei, ma non per questo non aperti al vangelo, alla buona notizia. Gli esempi evangelici ci dicono proprio questo. prendiamo come esempio la Samaritana, il buon Samaritano e altri. Gente con una propria fede, una fede che nasce dall’esperienza e dalla tradizione, ma non per questo, era gente chiusa all’annuncio. Tutt'altro.
Lo stesso Gesù rimane meravigliato e sorpreso dalla fede di alcuni di loro. Ma allora come possiamo spiegarci il rifiuto dei samaritani ad accogliere Gesù, che decisamente si dirige verso Gerusalemme?
Certamente un motivo semplice sta nel fatto che sembra quasi che i samaritani si sentano un po “traditi “ da Gesù. In fondo avevano incontrato un uomo del tutto particolare ed eccezionale. Un uomo che era riuscito a tirarli fuori da schemi mentali e preconcetti. Un uomo che aveva detto loro la verità e non aveva avuto timore nel dirla. I Samaritani avevano acquistato fiducia in questo uomo della Galilea. Ma ora , l’uomo che avevano incontrato e che si portavano nel cuore sembra voltare loro le spalle. Sceglie Gerusalemme. Sceglie ancora la sua gente. Che delusione per tantissimi Samaritani. La loro speranza muore li.
In secondo luogo, probabilmente, un altro motivo sta nel fatto che Gesù con questa sua decisione spiazza letteralmente le aspettative non solo dei Samaritani , ma anche della sua gente, la quale aveva almeno compreso che per Gesù , Gerusalemme era il luogo della sua condanna. Pur non conoscendo fino in fondo il piano di Dio, la gente percepiva che Gesù aveva intrapreso una “strada senza ritorno”. E questo naturalmente non aiutava la gente a continuare a mettere la loro speranza nel Signore Gesù. Perchè riporre speranza in una persona che ci ha quasi illusi o fatto credere , anche per alcuni istanti, che la situazione poteva cambiare? I discepoli di Emmaus esclamarono “ Noi speravamo che fosse lui a liberare Israele, il nostro popolo”, come a dire, che la nostra speranza è morta con lui mentre saliva a Gerusalemme. (vedi vangelo di Luca capitolo 24 )
E’ questa la stessa esperienza che tanti cristiani a volte avvertono di fare nella loro vita. Sembra quasi che Gesù volte le spalle ad un passato anche bello e glorioso, per affidare il suo futuro nelle mani di uno che lui chiama Padre.
E’ l’incomprensibile aspetto della fede. Come si fa a credere ancora in una persona che ti ha dato speranza, e ad un certo punto, sembra che butta tutto via e non si cura dei cuori nei quali lui stesso, con i suoi gesti e le sue parole, ha fatto sorgere dei raggi di sole e di speranza ? Eppure questa è la fede, questa dovrebbe essere la nostra fede. Credere anche quando sembra che siamo smarriti e isolati nella nostra speranza. Nell’antico testamento si legge : “lui ci ha schiacciati e lui ci risolleverà”. Si , vivere di questa fede, è la strada maestra su cui si snocciola l'avventura della nostra vita.
Ieri ,Domenica , ero ad un incontro missionario a Modena. E un relatore ad un certo punto ha detto :” la fede vera e quella fede che non diventa mai religione”. C’è tanto in questa frase. Mi sembra che la decisione di Gesù di andare a Gerusalemme vada in questa direzione. Gesù vuole che la nostra fede sia costantemente viva proprio a colpi di fede o atti di fede “nuova”, cosi che non diventerà mai una regola, da vivere come tale o da dettare agli altri, ma una pulsare continuo di vita dentro di noi, che poi alla fine riscopriamo che è la stessa vita di Dio .
Allora, se vogliamo seguire il Signore, non abbiamo molte scelte, se non quella di dire: Signore io mi fido di te anche se capisco poco e tante paure mi assalgono. Anche io decido di venire con te a Gerusalemme. Cosi facendo so che anche nel momento del dolore e della sofferenza , io non sono e non sarò mai solo. La tua solitudine e la mia, unendosi, faranno il miracolo della comunione e cosi la solitudine sarà sconfitta per sempre.
Buona giornata a voi tutti
Padre Antonio
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