+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, un tale si avvicinò e gli disse: «Maestro, che cosa devo fare di buono per avere la vita eterna?». Gli rispose: «Perché mi interroghi su ciò che è buono? Buono è uno solo. Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti». Gli chiese: «Quali?».
Gesù rispose: «Non ucciderai, non commetterai adulterio, non ruberai, non testimonierai il falso, onora il padre e la madre e amerai il prossimo tuo come te stesso». Il giovane gli disse: «Tutte queste cose le ho osservate; che altro mi manca?». Gli disse Gesù: «Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; e vieni! Seguimi!».
Udita questa parola, il giovane se ne andò, triste; possedeva infatti molte ricchezze.
Parola del Signore
Cari amici il vangelo di oggi è profondo e ha tanto da dire alla nostra coscienza cristiana. Mi limito solo a una riflessione sulla Chiamata.
Nella vita cristiana riesco a distinguere due chiamate: la prima che è quella pensata e organizzata dal giovane ricco. E’ il momento o periodo della nostra vita, dove ci sentiamo pieni di entusiasmo , quando ci buttiamo a capofitto con tanta generosità di cuore ad amare il Signore e il prossimo. Ci sembra quasi di toccare il cielo con un dito. Tutto è bello e gratificante. E spesso ci meravigliamo che gli altri non percepiscano la bellezza del seguire il Signore. In momenti come questi siamo un po' come Pietro quando dice: “ Signore , non ti accadrà mai. Dopotutto ci sono io a difenderti”.
Sono questi i momenti in cui vorremmo che questo entusiasmo e gioia non finissero mai. IL giovane desidera con tutto se stesso la vita eterna. La desidera come padrone e non come beneficiario di un dono. Sente che ce la può fare. Sente che il suo buon desiderio e la sua volontà lo possono portare oltre. E’ sincero nel suo desiderio. Ma realmente è ancora lui al centro.
La seconda chiamata è quando ci accorgiamo che il desiderio non basta. Non è sufficiente. C’è bisogno di accogliere un modo di vivere che non è il nostro e che noi non abbiamo neanche pensato. Un desiderio che non nasce dal nostro stare bene , ma che è frutto della grazia di Dio in noi. Un desiderio liberato dal nostro profondo egoismo. Un desiderio che è frutto dell’opera di Dio in noi.
La seconda chiamata (che spesso avviene nella seconda metà della nostra vita) è un abbandonarsi al progetto di Dio su di noi e che spesso si svela quando prendiamo coscienza della nostra fragile umanità. Una umanità bisognosa di redenzione, di salvezza. Ci si abbandona quando prendiamo coscienza che il salvatore della nostra vita è un Altro e non siamo noi.
Ecco perché Gesù quando stabili Pietro a guida della Chiesa gli disse “ verrà il giorno in cui gli altri ti condurranno dove tu non vuoi “. E’ questa una chiamata alla quale si risponde con un amore disinteressato e con un cuore libero. E’ il momento della nostra vita dove prendiamo coscienza che non siamo salvati per i nostri meriti o sforzi , ma solo per GRAZIA di Dio. Anche S. Paolo fece esperienza di questo. Tanto che Gesù gli disse “ Solo la mia grazia ti basta “.
Quando senti che è arrivato il tempo di vivere sulla tua pelle questa seconda chiamata, allora sei pronto a essere missionario del Cristo, proprio perché non sarai più tentato di portare te stesso, ma Colui che ti ha chiamato e che finalmente riesce a guidare la tua vita proprio perché gli hai affidato le redini.
«Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; e vieni! Seguimi!»
Queste sono le parole di Gesù della seconda chiamata. Parole difficili e allo stesso tempo parole che ci sfidano e scuotono il nostro vissuto profondo. O scegliamo Lui o continuiamo a scegliere noi stessi facendo uso della Parola di Dio a nostro uso e consumo.
Dobbiamo scegliere. Gesù non ci offre alternative . O Lui o noi stessi. Tu cosa cerchi di scegliere ogni giorno? Quello che fai ogni giorno che tipo di scelta manifesta? Chi stai scegliendo?